Arrampicata sportiva, il ‘boom’ è servito
Era uno sport ‘estremo’. Era. Oggi è una disciplina tra le più amate dai giovani e a Parigi 2024 ha letteralmente sbancato. Dati alla mano, l’impianto di Le Bourget ha fatto registrare il tutto esaurito ogni volta che è stato proposto con le gare. Entusiasmo non sopito in terra di Francia che continua ad attrarre nuovi atleti anche in Italia.
Dalla montagna alla città, dal free climbing ai muri costruiti all’aperto, visibili al pubblico per arrivare alle palestre. E’ una aggiunta alle epiche scalate in bianco e nero, alla conquista di vette più difficili tra Alpi e Dolomiti. Per scalare si possono utilizzare pareti naturali o artificiali su percorsi controllati (in genere) dalla base con opportune protezioni.
Tre le specialità nell’ambito sportivo: il lead, il boulder e lo speed. La prima si ispira alle scalate su falesie in ambienti naturali. Consiste nell’effettuare una scalata su vie che aumentano di difficoltà progressivamente fino a raggiungere gradi di difficoltà al limite delle capacità umane. La seconda prende origine dal ‘Bouldering’, cioè l’arrampicare su grossi massi. Consiste nel dover arrampicare su vie basse, massimo 4 metri, di diversa difficoltà senza l’uso dell’imbragatura e l’ultima consiste nel completare una via (detta “run”) nel minor tempo possibile. Dal 2007 la IFSC ha omologato un muro di arrampicata di 15 m dove effettuare le competizioni.
Era uno sport ‘estremo’. Era. Oggi è una disciplina tra le più amate dai giovani e a Parigi 2024 ha letteralmente sbancato. Dati alla mano, l’impianto di Le Bourget ha fatto registrare il tutto esaurito ogni volta che è stato proposto con le gare. Entusiasmo non sopito in terra di Francia che continua ad attrarre nuovi atleti anche in Italia.
Dalla montagna alla città, dal free climbing ai muri costruiti all’aperto, visibili al pubblico per arrivare alle palestre. E’ una aggiunta alle epiche scalate in bianco e nero, alla conquista di vette più difficili tra Alpi e Dolomiti. Per scalare si possono utilizzare pareti naturali o artificiali su percorsi controllati (in genere) dalla base con opportune protezioni.
Tre le specialità nell’ambito sportivo: il lead, il boulder e lo speed. La prima si ispira alle scalate su falesie in ambienti naturali. Consiste nell’effettuare una scalata su vie che aumentano di difficoltà progressivamente fino a raggiungere gradi di difficoltà al limite delle capacità umane. La seconda prende origine dal ‘Bouldering’, cioè l’arrampicare su grossi massi. Consiste nel dover arrampicare su vie basse, massimo 4 metri, di diversa difficoltà senza l’uso dell’imbragatura e l’ultima consiste nel completare una via (detta “run”) nel minor tempo possibile. Dal 2007 la IFSC ha omologato un muro di arrampicata di 15 m dove effettuare le competizioni.
In Italia l’arrampicata è ‘sport da nord’, un po’ per tradizione ‘montanara’ un po’ per agilità organizzativa. Sono 100.000 i tesserati alla Fasi e l’obiettivo dichiarato è quello di arrivare verso sud con pareti artificiali e (ri)scoperta di quelle naturali. “Chi scala – spiega quasi come un mantra il Presidente federale Davide Battistella – allena concentrazione e coordinazione. Ma anche tutte quelle competenze utilissime in età evolutiva. Arrampicare, dopo il gattonamento, è il secondo schema motorio dell’accrescimento del bambino, e può portare grandi risultati a livello di equilibrio, autostima, propriocezione e coordinazione motoria, che possono poi essere utilizzati anche per altre attività fisiche. Quindi l’arrampicata è propedeutica rispetto a qualunque altra scelta sportiva”.
I climbers d’Italia formano un gigantesco gruppo con uno stile di vita dai valori importanti dove il rispetto per l’ambiente è il punto centrale e cui spesso si associa una particolare alimentazione così come il vestirsi. “Non passiamo inosservati – spiega Umberto, arrampicatore dilettante di Piombino – perché sfidiamo gravità e convenzioni. Salire pareti verticali, garantire equilibrio e velocità nel rispetto delle regole è il nostro punto di congiunzione con chi ha scalato e continua a farlo le grandissime vette dove Alpi e Dolomiti sono campi gara fantastici. Se si aprono bene gli occhi, il panorama mozzafiato è garantito”.